Ricerche del passato suggeriscono che i disturbi del sonno sono associati ad una maggiore infiammazione.
La menopausa è quel periodo della vita della donna caratterizzato da importanti cambiamenti sotto il profilo ormonale e non solo. La menopausa è infatti accompagnata da una serie di sintomi caratteristici tra i quali vi sono le vampate di calore, l’eccessiva sudorazione e la labilità emotiva; tutto ciò è dovuto alla diminuzione degli estrogeni circolanti.
Ma un altro sintomo che la caratterizza è la riduzione del sonno. Infatti il periodo che precede la menopausa viene spesso indicato dalle donne come un periodo in cui si ha difficoltà ad addormentarsi oppure a rimanere addormentate per le 8 ore necessarie per sentirsi riposate il giorno dopo. Tutto ciò causa non solo l’eccessiva sonnolenza diurna ma anche l’aumento dei biomarker infiammatori, come dimostrato da un recente studio.
Lo studio in questione ha valutato i livelli di biomarker infiammatori nelle donne di mezza età. Hanno partecipato a questo studio 295 donne nel periodo peri- e post- menopausale di età compresa tra i 40 e i 60 anni, le quali sono state sottoposte per 3 giorni all’actigrafia da polso e al monitoraggio delle vampate di calore e hanno, inoltre, compilato il questionario di Berlino.
Alle partecipanti allo studio è stato prelevato del sangue per poter valutare biomarker infiammatori come la proteina C-reattiva (CRP), l’interleuchina-6 (IL-6) e il fattore von Willebrand (VWF) ovvero uno dei fattori appartenenti al sistema della coagulazione.
Dall’analisi dei dati è emerso che minore è l’efficienza del sonno, maggiori sono i livelli circolanti del fattore von Willebrand e dell’interleuchina-6, ciò significa che nelle donne nel periodo peri- e post- menopausa i disturbi del sonno determinano un aumento dell'infiammazione sistemica che, come sappiamo, è alla base di molte patologie che caratterizzano la società moderna come l’obesità, il cancro, il diabete e le malattie neurodegenerative.